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La Forza Interiore e il Viaggio dello Yoga
Da bambina amavo molto i fumetti di Braccio di Ferro, il marinaio che diventava forte mangiando gli spinaci e la sua immancabile compagna Olivia. Braccio di Ferro è un simbolo di forza, ma che differenza c’è tra avere forza e forzare?
Oggi, nella nostra società, c’è una ricerca spasmodica della forza, del modellare il proprio corpo per renderlo forte e muscoloso. Tuttavia, a corpi sempre più scolpiti corrispondono tantissimi casi di depressione, specialmente nei giovani. Questo fenomeno ci porta a riflettere su cosa significhi davvero essere forti e sul perché questa ricerca esterna della forza non conduca necessariamente a una vera felicità interiore.
Corpi perfetti, ma fragili emotivamente
Da una parte, cerchiamo di scolpire il nostro corpo. Le palestre sono piene, le diete estreme sono all’ordine del giorno, e i social media sono saturi di immagini di corpi perfetti. Dall’altra parte, siamo sempre più fragili psicologicamente. Non riusciamo ad accettare l’idea che il nostro corpo cambia con il tempo, che possiamo avere delle rughe o essere in sovrappeso. Gli interventi di chirurgia estetica sono in aumento del 40%, segno di una crescente insoddisfazione per l’immagine naturale del nostro corpo.
Questa ricerca esterna della perfezione fisica spesso maschera un profondo disagio interiore. La depressione è in aumento, e molti giovani si sentono persi e disconnessi nonostante l’apparente successo esteriore. Questo ci porta a una riflessione importante: la forza fisica e la forza interiore non sono la stessa cosa.
La Forza nello Yoga: non forzare ma fluire
Nello yoga, anziché di forza, si parla di non forzare e di resilienza. La resilienza è la capacità di superare le difficoltà, di saper resistere davanti alle avversità e di superarle per riorganizzare positivamente la propria vita. Tuttavia, dobbiamo stare attenti che la parola “resilienza” non diventi un pericolo, imponendoci di non lasciare spazio alle debolezze e al dover essere sempre sorridenti e positivi.
La forza non è un concetto oppositivo che ci allontana dagli altri. Non è solo un’idea di forza muscolare o di violenza. Nello yoga, invece, si fa riferimento ad Ahimsa, il concetto di non violenza. Questo implica un approccio più gentile e compassionevole verso se stessi e gli altri, una forza che non schiaccia ma che sostiene.
Asana e Forza Interiore
Anche nella ricerca della posizione, asana, sarebbe opportuno allontanarsi dalla sfida e raggiungere la posizione godendosi il percorso. L’asana, secondo Patanjali, deve essere “stabile e confortevole“. Non deve essere una lotta, ma deve aiutarci a riconoscere i nostri limiti e a lavorare con essi, non contro di essi.
Lascia che l’asana si costruisca da sé, immergendoti più profondamente nel respiro. Costruisci la posizione con gradualità, al contrario di ciò che succede nel mondo esterno che ci chiede di andare sempre più veloce e oltre. Fermati, per lo meno, sul tappetino. Lo yoga ci insegna a rallentare, a prendere tempo per noi stessi, a trovare stabilità e comfort nel momento presente.
Non devi sforzarti troppo o sentire dolore durante la posizione, ma accontentarti dei tuoi risultati. Qui facciamo riferimento a un altro importante niyama: Santosha, il sapersi accontentare. L’essere soddisfatti del nostro risultato, del nostro percorso, senza giudizio né competizione.
In un mondo che ci chiede di essere sempre più forti, veloci e perfetti, lo yoga ci invita a un ritorno alla semplicità e alla consapevolezza. La vera forza non risiede nei muscoli, ma nella capacità di essere gentili con noi stessi, di accettare i nostri limiti e di trovare la pace interiore.
La prossima volta che ti metti sul tappetino, ricordati che la forza vera è quella che ti permette di essere te stesso, con tutte le tue imperfezioni, e di trovare gioia e soddisfazione nel semplice essere.